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Intel e Google alla ricerca della massima efficienza giugno 14, 2007

Posted by linuxiano in Uncategorized.
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di: Paolo Corsini
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Google, Intel e varie aziende operanti nel settore dei PC hanno ufficializzato la partecipazione ad una nuova iniziativa, chiamata Climate Savers Computing Initiative, con la quale operare per ottenere sistemi sia desktop che server che possano avere una superiore efficienza operativa e una migliore gestione della corrente.

Alla base di questa nuova iniziativa una semplice considerazione: parte della corrente consumata dai PC, sia desktop che server, non viene utilizzata dai componenti per le elaborazioni ma di fatto sprecata, cioè non utilizzata per alcun tipo di elaborazione.

La conversione da corrente alternata a 210V, o 110V nei mercati anglofoni, a quella a 12V adottata nei PC implica la dispersione di parte della corrente erogata dalla linea di alimentazione. L’utilizzo di componenti interni al PC che siano caratterizzati da una più elevata efficienza di funzionamento può permettere di ridurre uno spreco che può arrivare a superare il 30% di quanto erogato dalla presa della corrente.

E’ attualmente possibile giungere a configurare sistemi che abbiano un’efficienza di almeno il 90% nel loro complesso, ma questo implica ovviamente dei costi più elevati. Pat Gelsinger, senior vice president del Digital Enterprise Group di Intel, ha quantificato in circa 20 dollari per i PC desktop e in 30 dollari per i server il differenziale di costo richiesto, al momento attuale, per poter costruire sistemi che siano più efficienti di quanto accessibile ora.

Scopo del Climate Savers Computing Initiative è quindi quello di promuovere attivamente l’adozione di queste tecnologie sino al punto da ridurre a zero il costo incrementale attualmente richiesto. Una via per ottenere questo genere di risultato, oltre all’incremento del numero di macchine ad elevata efficienza disponibili in commercio, potrebbe essere quella di ottenere agevolazioni da parte dei fornitori di energia, interessati a far si che il proprio prodotto venga utilizzato in una forma che sia più attenta all’efficienza complessiva, e quindi agli impatti sull’ambiente.

La ricerca della massima efficienza di funzionamento riguarda non solo l’utilizzo a pieno carico di un PC, ma anche quelle situazioni nelle quali il computer è di fatto in modalità idle, cioè in attesa di ricevere comandi da parte dell’operatore. Se in questa condizione il PC tipicamente consuma meno che a pieno carico, è anche vero che l’efficienza complessiva può migliorare notevolmente se il consumo in idle viene ridotto ulteriormente.

Un PC non ottimizzato, se lasciato in modalità idle, consuma l’equivalente di circa 30 dollari USA in un anno di utilizzo; un sistema ottimizzato dal punto di vista dell’efficienza porterebbe questo costo a circa 10 dollari, stando ai risultati delle analisi effettuate a riguardo da Intel.

In un periodo nel quale la corretta gestione delle risorse a disposizione, e il loro conseguente sfruttamento, rivestono un ruolo così importante anche dal punto di vista della collettività, è evidente come qualsiasi sforzo da parte delle aziende del settore IT volto a minimizzare lo spreco di corrente nei sistemi commercializzati sia da promuovere.

Ricordiamo come i produttori di alimentatori siano da tempo coinvolti nell’iniziativa 80 plus, grazie alla quale si cerca di immettere sul mercato alimentatori che siano caratterizzati da un’efficienza complessiva a pieno carico che sia almeno dell’80%. Questo implica che, ad esempio, a fronte di un assorbimento di 100 Watt dalla presa della corrente, l’alimentatore converta e fornisca al sistema almeno 80 Watt da utizzare per l’alimentazione dei componenti.